Pianificare il territorio significa prevedere lo sviluppo economico e sociale nei prossimi vent’anni e avere una visione completa di cosa cambia e si muove intorno a noi, avere contezza del nostro patrimonio in tutte le sue forme.
Il nostro compito sarà quello di creare gli strumenti che ci consentiranno di governare il cambiamento con equilibrio e consapevolezza.
La legge regionale 65/2014, dal canto suo insieme al PIT con valenza paesaggistica, ha come obiettivi principali la razionalizzazione dell’uso del suolo. Il fine ultimo è quello di contenerne il consumo e pianificare laddove è consentito.
Da qui, la distinzione netta fra territorio rurale e territorio urbanizzato con le limitazioni per gli interventi fuori dal perimetro urbano.
In questa direzione, l’Amministrazione Comunale si è già mossa per attivare strategie di sviluppo locale per le aree agricole del territorio, fondate sul riconoscimento della loro importanza da un punto di vista ambientale ed ecosistemico per la promozione di forme di gestione territoriale integrate atte a incentivare la produzione agricola biologica, la distribuzione dei prodotti agro-alimentari secondo i modelli delle filiere corte e il turismo ecosostenibile.
Per ciò che riguarda la pianificazione strutturale, il nostro Comune è passato all’applicazione integrale della l.r. 65/2014, in particolare riguardo alla perimetrazione del territorio urbanizzato, dando così compimento ai suoi principali obiettivi: identificare i valori paesaggistici, contenere il consumo di suolo ai fini residenziali abbandonando le mega lottizzazioni degli anni passati, incentivare il riuso delle aree già urbanizzate e del patrimonio edilizio esistente, oltre a riqualificare il patrimonio produttivo per lo sviluppo economico del territorio.
Ad oggi, sono già stati attuati progetti di riuso delle aree produttive esistenti all’insegna della riqualificazione delle aree abbandonate da anni, che porteranno ad aumentare la sicurezza in termini idraulici dei siti che hanno subito storicamente importanti fenomeni alluvionali.
L’Interporto Toscano “A.Vespucci”, ubicato territorialmente in una posizione strategica per i corridoi commerciali del Porto di Livorno, insieme alle opere infrastrutturali di collegamento, sarà motore trainante dell’economia del nostro Comune.
Il percorso futuro sarà caratterizzato dalla strategia per la ripartenza dopo la terribile pandemia che con la crisi sanitaria sta accentuando quella economica di cui già soffrivamo.
Fra le principali richieste e necessità emergono quelle dello sviluppo e dell’occupazione. Ma la ripresa dovrà anche coincidere con il cambiamento verso una forma maggiormente ecologica della nostra economia dove il valore dell’ambiente, del patrimonio naturale e paesaggistico rappresenta un asset e non un peso per i nuovi modelli di sviluppo.
Da questo punto di vista i nostri strumenti, non solo mantengono validità e coerenza, ma hanno anticipato e indirizzato comportamenti e scelte in questa direzione. Così come la pandemia ha riportato in primo piano la discussione sul “welfare”, andrà pensato un nuovo disegno per implementare le strutture sanitarie e sociali che portano servizi e spazi pubblici vicino ai cittadini, interpretando la logica dell’inclusione sociale; come pure andranno aumentate gli ERP per rispondere alle conseguenze della crisi economica.
Non stupisce, se oggi, in piena pandemia, parte della dottrina urbanistica sollecita nuovamente con urgenza a ripensare e riprogettare gli spazi urbani abbandonando il criterio funzionale e perseguendo criteri ambientali, attuare il “mixite”, come logica progettuale plurifunzionale in cui la relazione tra vita pubblica, sociale, lavorativa e privata acquistano nuove conformazioni, indipendenti dal luogo e legate piuttosto ai all’uso degli spazi modo diverso, che tende a superare il concetto tradizionalmente urbanistico dello “zooning”.
Attuazione non semplice, visto che tale trasformazione non sempre risulta integrabile con il contesto radicato sul nostro territorio: lo sforzo maggiore dovrà essere quello di andare verso la condivisione delle necessità presenti e future valutando gli impatti, le ricadute ma, anche, i benefici e le opportunità che si possono creare per favorire la crescita e lo sviluppo in termini economici e sociali.